Studio Sutta le Capanne du Ripa Specchia Lecce. Opere di Luigi De Giovanni
1)
– “Ombre d’ulivo”: ulivi a Specchia (cm. 70 x 100 - Olio su tela)
L’opera,
dove è evidente la gestualità istintiva delle pennellate che raccontano
l’animo, descrive il paesaggio di Specchia presentandolo nelle ombre mattutine.
In quel momento colori assumono sfumature scure come le problematiche di un
territorio, dove sembra che le pietre creino il miracolo della fertilità. In
questo dipinto, realizzata “En plein air “, l’artista rappresenta un
territorio conosciuto non solo consciamente ma anche nell’inconscio: nell’humus
dove trovano origine i suggerimenti spirituali e cromatici del genius loci del
paesaggio specchiese.
2)
Nell’opera “Matine”, (cm. 55 x 120 olio su tela), realizzata a Specchia in
località Matine, si avverte una serenità poetica, data sia dalle pennellate sia
dall’inseguire la vibratilità della luce che dà forma e sostanza al colore e
dall’attenzione a un paesaggio conosciuto che rappresenta l’Io dell’artista. De
Giovanni coglie le sfumature armoniche che si amalgamano, nel racconto di un
territorio amato, nei verdi che contrastano con i gialli della vegetazione
secca, con i marroni dei fusti e con i rossi di una terra di pietra.
3)
- “Dalla casa di Peppino Schiavone” Torre di Barì, Barisardo (Ogliastra)
Sardegna (cm. 80 x 100 Olio su tela)
L’amore
per la Sardegna, terra che l'ha adottato, è stato raccontato dall’artista in
moltissime opere. L’Ogliastra, che l'ha accolto negli anni ’70, viene da lui
dipinta con poetiche descrizioni. L’opera “Dalla casa di Peppino Schiavone”,
realizzato nella panoramica casa al mare di Peppino e Rosa dove Luigi ha
trascorso lunghi periodi, descrive la bella vista che dal giardino e dalle
terrazze conduce lo sguardo oltre le dune, di chiara e dorata sabbia, attraversando i colori dei pini
marittimi le cui fronde, mosse dalla brezza marina, si armonizzano alle
scanalature ritmiche della sabbia che si muove come se fosse la prosecuzione
dei movimenti delle onde: è uno specchiarsi nel mare dei gialli dorati e dei
verdi che, perdendosi, raccontano orizzonti dai colori turchini sfumanti in
variegate tonalità.
4)
io "Un modo d’intendere la pittura” tecnica mista su gonna jeans con foto
- cm 112x74
In
quest’opera c’è il racconto della giovinezza che si allontana lasciando molte
delusioni nell’artista che, guardandosi indietro, ritrova i suoi sogni infranti
e le realtà, che si volevano cambiare, immutate.
De Giovanni
descrive un grido d’aiuto, che si è smorzato nello sforzo sino a rendersi
sussurro, che ci riporta all’egoismo di una società, ormai abituata a tutte le
barbarie: una società che non conosce giustizia, rispetto, amore e donazione.
Ricorda il ’68 e lo racconta nelle delusioni di un uomo che avendolo vissuto
pieno di speranze si ritrova oggi nella distruzione del tempo che è passato e
ha lasciato inalterate le debolezze umane. L’opera è realizzata su una vecchia
gonna jeans, che aveva accompagnato Federica nella sua giovinezza, racconta di
diritti delle donne richiesti a gran voce, di riunioni fatte per definire le
idee e di discussioni che negli anni ’70 fecero sognare in una società più
giusta. In quest’opera emergono le delusioni e le richieste d’aiuto di donne
ancora inascoltate.
5) - “Finestra” (cm. 100 x 116 - Tecnica mista su jeans e
cornice - Specchia Lecce.)
Dalla
finestra è un’indagine introspettiva che porta all’analisi dell’Io rispetto
all’altro: rispetto al mondo. Un affacciarsi per ritrovare se stesso perso nel
tempo: perso nelle attese deluse che sfuggono, nei turbamenti interiori,
rincorrendo l’irrazionale che fuoriesce dal jeans e ricopre la
finestra-cornice. Le campiture di viola, di giallo, rosso e di bianco sono
nette nel riquadro della cornice mentre si mischiano nella parte del jeans che
sborda: come se si perdesse la razionalità del certo, del controllato per
ritrovarsi nelle nebbie dei sogni.
Federica Murgia
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