DE GIOVANNI LUIGI a FIRENZE

DE GIOVANNI LUIGI a FIRENZE
La galleria Mentana di Firenze, in prossimità delle feste natalizie, come ogni anno, il giorno 16 dicembre 2023 dalle ore 17,00 alle ore 20.00 terrà l’opening di “Orizzonti Contigui” Rassegna di Artisti Internazionali che animerà lo spazio sito nel cuore di Firenze, in via della Mosca, 5. Orizzonti Contigui Attraverso le opere in mostra è possibile immergersi nelle descrizioni di pensieri, idee e sensazioni che danno luogo al mondo degli artisti presenti che, nella realizzazione delle opere, hanno trovano l’occasione per avventurarsi nelle sfaccettature della natura fatta di paesaggi e di atmosfere, per ritrovarsi nel mondo della fantasia o nelle problematiche dei percorsi dell’uomo, fino ad attraversare riflessioni o sogni che muovono dall’Io o dalla religiosità. Colori, pennellata e percorsi capaci di trasmettere il mondo della bellezza e delle contraddizioni dell’uomo che è sempre alla ricerca di quei valori che danno senso alle opere di questa bellissima rassegna artistica. L’evento sarà anche occasione per scambiarci gli Auguri di Natale. Artisti presenti in Mostra: Eva Breitfuss - Audrey Traini - Lis Engel – Giancarlo Cerri – Aldehy – Bianca Vivarelli – Krasimir S. Marinov – Eileen Herres – Valerio Tanini – Tina Hliblom-thibblin - Camilla Vavik Pedersen – Patrizia Pepe – Luigi De Giovanni – Salvatore Magazzini – Anna Lapshinova Galleria d’Arte Mentana Arte Moderna e Contemporanea Via della Mosca, 5r
50122 Firenze (Italia)
Telefono/Fax: +39 055 211985
Cellulare: +39 335 1207156
Email: galleriamentana@galleriamentana.it

domenica 6 dicembre 2020

Vivere l'arte


Home - De Giovanni Luigi pittore contemporaneo - Creazioni d'arte - 

#giornatadelcontemporaneo 2020 promossa da AMACI 
Luigi De Giovanni 
Sabato 5 dicembre 2020

In questo periodo, che sa d’angoscia e dolore a causa della pandemia Covid 19, il mondo dell’arte si è ritrovato ad avere gravi difficoltà non solo in ambito nazionale e si è dovuto reinventare per proporre eventi cresciuti negli anni. Così anche la sedicesima edizione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI, che si terrà sabato 5 dicembre 2020, sarà caratterizzata da un modello online e offline consentendo alle istituzioni pubbliche o private, alle gallerie, agli artisti o alle realtà che promuovono l'arte contemporanea di mettersi in mostra. Luigi De Giovanni, aderendo alla sedicesima edizione, ha voluto fare un percorso che mettesse in mostra il suo mondo fatto di colore e segno, armonia e speranza, caos e angoscia. Per questo ha scelto una selezione di opere riguardanti il suo percorso pittorico partendo dai paesaggi che interpretano le stagioni per immergersi poi nei fiori recisi che dalla massima fioritura con l’esplosione della vitalità ci portano ai toni più grevi che annunciano il tramonto dell’esistere. Nel percorso non mancano le angosce e la ribellione interpretate dai jeans, poi si arriva alle marine e al mare che con la sua voce caratterizza i suoni del video. Nelle opere, presentate per la Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI, i colori digradano e sfumano o s’incupiscono sino far vivere il racconto pittorico. Le pennellate impetuose che danno espressività e significato lasciano intravvedere tocchi grevi scaturiti dalla malinconia che viene superata da note di luce che danno speranza.  Giochi di colore che raccontano la vita e i suoi periodi, le preoccupazioni ma soprattutto l’artista con il suo amore infinito per la pittura per lui gioia pura.  
                                        di  Federica Murgia

mercoledì 24 giugno 2020

Anche Luigi De Giovanni partecipa alla mostra presso

Anche Luigi De Giovanni partecipa alla mostra presso

GALLERIA D’ARTE MENTANA - Via della Mosca, 5r – Firenze
Presenta 
Le Vie dell'Arte 
OPENING 
26 Giugno 2020 Ore 18.00 
Eva Breitfuß, Francesca Coli, Salvatore Magazzini, Camilla Vavik Pedersen, Audrey Traini, Bianca Vivarelli e Luigi De Giovanni, sono gli artisti presenti alla rassegna “Le vie dell’Arte” in atto presso la Galleria Mentana di Firenze.
Gli artisti in mostra con le loro opere ci donano uno spaccato dell’arte di oggi e contemporaneamente il loro Io: racconti di sogni e di mondi caratterizzanti. La magia dei colori e dei segni prende vita in accordi, contrasti, armonie e turbamenti capaci di rendere la personalità e lo stile espressivo di ciascun artista.  Le emozioni prendono vita in fantasie e scorci di natura per incontrarsi con elaborazioni del pensiero che danno significato alle opere e alle narrazioni degli artisti che hanno donato la loro anima ai colori. Una ricerca che muovendo dal reale riesce a portare nell’immaginario, sino a perdersi nei sogni e nelle fantasticherie cromatiche. Una pennellata, un segno meditato, un tocco istintivo diventano espressione del personale modo di vivere e fare arte, sino ad arrivare a perdersi nelle sfumature delle tinte con voli di tracce di colore: segno personale di ciascuno dei partecipanti. Una ricerca pittorica, che suscitando emozioni, descrive una società veloce che ha bisogno del web per poter apprezzare e vivere l’arte contemporanea. 
La mostra è visitabile anche on line nella nostra piattaforma, dove resterà visibile fino al 16 Settembre 2020. 
Eva Breitfuß, Francesca Coli, Salvatore Magazzini, Camilla Vavik Pedersen, Audrey Traini, Bianca Vivarelli e Luigi De Giovanni, are the artists present at the exhibition “Le vie dell’Arte” currently at Mentana Gallery in Florence. The artists on display with their works give us a glimpse of today's art and at the same time their ego: tales of dreams and characterizing worlds. The magic of the colors and the signs comes to life in agreements, contrasts, harmonies and disturbances capable of making each artist's personality and expressive style. Emotions come to life in fantasies and glimpses of nature to meet with elaborations of thought that give meaning to the works and narrations of the artists who have donated their soul to colors. A research that moving from reality manages to bring into the imagination, until it gets lost in dreams and chromatic fantasies. A brushstroke, a thoughtful sign, an instinctive touch become an expression of the personal way of living and making art, until you get lost in the shades of the colors: personal sign of each of the participants. A pictorial research, which arousing emotions, describes a fast society that needs the web to be able to appreciate and experience contemporary art 
The exhibition can be visited on line on our on line platform until September 16 th 2020. 
GALLERIA D’ARTE MENTANA  - Via della Mosca, 5r - Firenze
Tel: 055 211984/3351207156 - Email: galleriamentana@galleriamentana.it www.galleriamentana.it 
OPENING 
26 Giugno 2020 Ore 18.00 
La mostra sarà visitabile dal 20 Giugno al 16 Settembre 2020 
Orari
11:00 - 13:00 / 16:30 - 19:00 Domenica e Lunedì mattina chiuso 
Giovanna Laura Adreani 

giovedì 21 maggio 2020

IL SILENZIO DELLA SOLITUDINE

Il silenzio della solitudine








Il silenzio della solitudine porta l’artista a riannodare i fili dei suoi pensieri per ancorarli nella memoria e farli riemergere nel momento creativo in climi che raccontano dialoghi interiori: angosce esistenziali o ricerca di sprazzi di aspettative che necessitano d’essere fissate per uscire dai tormenti. Grovigli di sensazioni s’incrociano in racconti che trovano le linee conduttrici in garze che, ricoprendo antiche canape o fili del ricordo, suturano le ferite del tempo che ha deluso i sogni. Per l’artista la ricerca dell’Io si fa urgente in pennellate e segni che vogliono ammantare lo smarrimento creato dagli eventi. Così i fogli si riempiono di filati e colori; di storie che sgorgano accavallandosi e saldandosi precipitosamente sino trovare la conclusione in una catarsi che porta Luigi De Giovanni a sprofondare nei meandri dei suoi turbamenti per ritrovarsi in sensazioni di pacato rasserenamento: di sottile gioia di vivere. I racconti si librano e i fogli prendono vita su stenditoi che attraversano lo spazio seguendo il ritmo di una brezza di speranza che va oltre il tempo per dare, finalmente, voce al silenzio della solitudine. 

21 luglio 2018                                    Federica Murgia

mercoledì 20 maggio 2020

ANDARE OLTRE IL PAESAGGIO

ANDARE OLTRE IL PAESAGGIO

Luigi De Giovanni
Il ritorno di un artista alla sua terra d’origine è una ricomposizione di un essere che, benché spesso lontano, trova, lì, il suo spirito, la sua interezza.  E’ ciò che capita a Luigi De Giovanni ogniqualvolta fa ritorno nel suo Salento: a Specchia.  Qui dipinge il paesaggio, accarezzandolo idealmente sulla tela, con pennellate che inseguono le asperità, i contorcimenti, le luci di un luogo mai dimenticato. Ripensa alla Sardegna, per lui terra dei misteri e d’ispirazione, per ritrovarsi in un gioco di memorie e di parallelismi cromatici che intersecano lo spirito.
Nelle opere di questo artista l’Io e  l’Es  si manifestano in segni e colori rubati alla natura e suggeriti dal genius loci. 
Paesaggiooltrepaesaggio è il titolo del ciclo di mostre, che hanno preso il via il giorno 09 ottobre a Lecce, per proseguire a Lucugnano e a Specchia, che narrano il percorso di una ricerca continua, spirituale e stilistica, di essenze, anche inanimate, che caratterizzano i luoghi. Il titolo di questi eventi porta a porsi, nell’analisi delle sue opere, come ricercatori di significati, sia nei gesti che hanno originato le pennellate che nel concento dei colori, non sempre armonici. Le scudisciate veloci di pennello, i colpi intensi, che si fanno leggerissimi inseguendo il suo animo, si materializzano nell’interpretazione di paesaggi, dove le asprezze dell’enigmatica Sardegna si ritrovano nelle pietraie e negli antichi contorcimenti dei tronchi degli ulivi salentini. Nella mostra della bellissima Galleria Bernardini di Lecce è il paesaggio che racconta, mentre nella Casa Comi di Lucugnano, dove ancora si respira la cultura e il tempo passato, parlano i fiori, vita delle nature morte. Sono i fiori che declinano i tempi della vita. Le aspettative tradite di chi nato nella speranza di una gioia senza fine e si ritrova a fare i conti con il tramonto dell’esistere: la vecchiaia e la morte.
Nella piccola galleria Sutta Le Capanne Dellu Ripa c’è l’urlo dei jeans che, oltre il paesaggio, sono simbolo di sacrifici, ribellione: di un’epoca che ha cambiato i modi di pensare… i modi di vivere. I jeans sono paesaggi dell’animo che raccontano il lavoro ma evocano la contestazione sessantottina: dove si ode ancora l’urlo tumultuoso delle piazze in rivolta. Sono uno status simbolo di una società che finge d’averli usati e strappati indossandoli, solo, dopo averli artefattamente logorati.  
Questo ciclo di esposizioni mettono in luce il mondo dell’artista che, partendo dal paesaggio del Salento, terra d’origine, dal paesaggio enigmatico della Sardegna, terra che lo ha accolto, nel suo peregrinare alla ricerca di una pace che poteva trovare solo in se stesso, indagando i fiori, nature morte che raccontano la vita, si sofferma sui jeans, indumenti che hanno significato una rivoluzione non solo di costume, presenta il suo modo d’intendere l’arte in tre mostre che vogliono essere percorso del suo animo, delle sue angosce, del suo modo di percepire la natura e la società. Federica Murgia











sabato 25 aprile 2020

QUACQUARAQUA' CHE PPPAAAALLLLLLEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Quacquaraquà



Certi della loro erudizione, i saputi, sputano le loro verità con fare sicuro affermandone oggi una sempre diversa o arricchita rispetto a quella sostenuta ieri. Hanno leggiucchiato, senza troppa attenzione per i contenuti, o sentito sprazzi di notizie, anche pruriginose, che spacciano per oggettive e giuste. Si pavoneggiano, aggiungendo di volta in volta nuovi particolari, perché hanno sentito o percepito dei frammenti di voci qua e là. Frequentemente carpiscono idee, che poi spacciano come proprie, il più delle volte appiccicate, mancando lo spirito creativo e l’ideazione che dà anima ai pensieri e alle cose. Le idee, di cui si appropriano i quacquaraquà, sono monche e riescono a sorprendere il pubblico solo per poco, in quanto, non hanno un successivo sviluppo e coerente continuità. Qualche volta riescono ad avere il seguito di persone che, anche in buona fede, prestano attenzione, e per questo vanno col petto in fuori e hanno l’aria d’essere molto importanti. 
I quacquaraquà parlano sul nulla convinti di essere scaltri ma, ad ascoltarli, si capisce subito che rappresentano solo la vuotezza mentale e che possono discorrere solo di pettegolezzi, di sentito dire, di cose mai approfondite. Frasi fatte, respirate e rinforzate nei gruppi chiusi, danno il senso della loro cultura e della mancanza di ricerca dell’ideativo, del giusto e del bello.
S’infastidiscono quando qualcuno osa confutare l’inconsistenza contenutistica delle cose di cui parlano e continuano a pavoneggiarsi con giri di parole che giustificano solo l’ignoranza: la mancanza di sostanza interiore che possa sostenerli al di fuori delle nozioni che danno loro certezze. Questi sono i quacquaraquà che mi lasciano tutte le volte con un dubbio “ci sono o ci fanno?”
Luigi De Giovanni in otto opere ha voluto raccontare il vuoto chiacchiericcio e fare un omaggio a Leonardo Sciascia che, nel libro “Il giorno della civetta”, divise gli uomini in categorie, sistemando nell’ultima proprio i quacquaraquà, persone che, secondo l’autore, <>. L’artista ha colto lo spunto e usando gli strumenti della pittura, ha trovato idee e sensazioni materializzando le angosce e le ferite che causa il pantano dei pettegolezzi sino a renderlo concreto nel colore che tinge in monocromo una tela di denuncia, diventata metafora del fango sputato inutilmente. Gocciolamenti, spruzzi, macchie essenziali, nelle opere in mostra, realizzate di getto, esprimono la rabbia istintiva del gesto pittorico che si manifesta, anche, mettendo in primo piano la parola, linea guida, “quacquaraquà”.
Nell’opera “malinconia in bianco su sfondo rosa” gocciolamenti di calce, tracce di tinteggiatura di pareti d’abitazione, si rapprendono in una grande e densa macchia screpolata come se si fossero manifestati i segni del disfacimento degli ideali e dei sogni colpiti dagli schizzi melmosi. Uno sfondo rosato, traccia di speranza, contrasta con i sicuri segni bruni che esaltano il significato della cupa malinconia dell’opera che riporta ai piccoli paesi, humus che fermenta il genio ispirato, che fa avvertire sensazioni di disagio, di mancata accettazione dell’uomo per quello che è e non per quello che dovrebbe essere secondo i quacquaraquà benpensanti.
Trama del racconto pittorico è la tristezza dell’animo, colpito dalle maldicenze, che si palesa nei dipinti denunciando la superficialità dei quacquaraquà che trasformano in schizzi di fango appiccicoso, che viene scagliato addosso alle persone per annullarle per allontanarle dal loro posto, anche sociale. Le gestuali macchie esprimono la cattiveria diventata tormento, mentre ripetere sulle tele la scritta “quacquaraquà” è una catarsi liberatoria che denuncia l’immobilità mentale di chi non sa rendersi conto del significato delle ferite che infligge. Una tela gialla, che si anima di allegra vitalità e della gioia di ricominciare nel bianco in esplosione, diventa la speranza che si afferma nell’opera dove da uno sfondo bruno di tela grezza, in cui si addensano macchie spesse di colore bianco, c’è la memoria delle persone che riescono a sfuggire al chiacchiericcio: al limo che le aveva circondate e ferite.
Nelle opere in mostra si percepiscono le sensazioni di animi offesi e la stoltezza dei quacquaraquà: che potranno continuare con il loro impegno sparlando ed enunciando sproloqui su persone, cose o argomenti.
I quacquaraquà sono rappresentati, con sagace ironia, in un omaggio a Leonardo Sciascia che con poche parole riusciva a donarci il clima di un paese dove anche le pareti delle case mormorano.
L’artista con una metafora dà spunto ai loro futuri discorsi….  
                                                                                      Federica Murgia

















giovedì 9 aprile 2020

LUIGI DE GIOVANNI ROSSO PAPAVERO

Rosso papavero di Luigi De Giovanni.

Avventurarsi nei campi di papavero per renderli pittoricamente è stato per l’artista emozionante e travolgente. Ha trovato i fiori, accostati l’un l’altro quasi per farsi coraggio nella loro fragilità, che si piegavano alle lievi brezze, li ha inseguiti con pennellate istintive che miravano a fissare atmosfere e non forme, tingendo di rosso le tele con rimandi poetici a significati profondi di guerra, di morte ma anche di conforto. L’artista, in queste opere dipinte con istintività nei capi arrossati, pennellata dopo pennellata ha colto i fiori rossi nella loro bellezza e caducità e nell’inquietudine di antichi dolorosi significati. De Giovanni, con pennellate rapide e pastose, ha segnato i profili delle distese caratterizzate dalle sfumature che tingevano le campagne o le composizioni. Composizioni di fiori semplici, recisi, cercavano di mantenere la naturalezza mentre raccontavano di vita che li abbandonava. I boccioli della forza d’esistere coraggiosamente si aprivano pieni di speranze per reclinarsi poi in un abbandono di morte. Per la giornata del contemporaneo, l’artista realizzerà un’installazione che includerà le opere alle pareti e petali di carta dipinti di rosso, d’un rosso che strariperà per finire su fogli accartocciati e disposti a caso sul pavimento: a caso come i fiori caduti in guerra.
                                                                                      Federica Murgia 


















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