SPECCHIAti... nelle pagine: Benvenuto a SPECCHIAti... nelle pagine: lunedì, 23 giugno 2014 Carissimi amici, SPECCHIAti nelle pagine di questo blog, trovo finalmente il tempo per scrivervi e raccontarmi un...
martedì 24 giugno 2014
SPECCHIAti... nelle pagine: Benvenuto a SPECCHIAti... nelle pagine
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Ubicazione:
73040 Specchia LE, Italia
domenica 15 giugno 2014
Contempor-Art 2014 Rassegna d'arti visive
studio sutta le capanne du ripa specchia lecce
Galleria
d’Arte Mentana Firenze
P.zza
Mentana 2/3 r- 50122 (FIRENZE)
Telef.
055.211985 - Fax. 055.2697769
Contempor-Art 2014
Rassegna
d'arti visive
Spazio
Galleria
OPENING
Sabato 21 Giugno Ore 18.00
21
GIUGNO-20 LUGLIO
ARTISTI:
Mary
Wells (USA)
Patricia
Serrano (Spagna)
Aleiandro
Fernandez (Perù)
Francesco Cesari (Italia)
Julieta
Bravo Cid (Cile)
Cinzia Cucini (Italia)
La
Galleria d’Arte Mentana continua il suo impegno nella valorizzazione dei
linguaggi dell’arte, attraverso la rassegna Contempor-Art: un appuntamento
mirato alla promozione di artisti
che rappresentano l’eccellenza nelle molteplici discipline artistiche.
Sarà
un piacere incontrarla tra i nostri amici, clienti, critici e collezionisti.
Cordialmente
Art
Director, Giovanna Laura Adreani
WWW.GALLERIAMENTANA.IT
galleriamentana@galleriamentana.it
I
nostri orari:
11.00/13.00 – 16.30/19.30
domenica
e lunedì mattina chiuso
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Piazza Mentana, 50122 Firenze, Italia
giovedì 12 giugno 2014
fra gli artisti luigi de giovanni
studio sutta le capanne du ripa specchia lecce
Galleria
d’Arte Contemporanea Wikiarte, Via San Felice 18 – Bologna - Dal 20 giugno al
03 luglio - Fra gli artisti Luigi De Giovanni
Galleria d’Arte
Contemporanea Wikiarte
Via San Felice 18 – Bologna
In collaborazione con la
Galleria Mentana di Firenze
Presenta
ORIZZONTI CONTIGUI
Critica:
Presentazione
a cura di Denitza Nedkova
Curatrice
mostra:
Deborah
Petroni
Inaugurazione:
venerdì 20 giugno 2014 ore
18.00
Dal 20 giugno al 03 luglio
Artisti in mostra
MIRIAM PRINCIPI(MOIRYM), BIANCA VIVARELLI, ANNIE GHERI,
CLARA POLVANI, EMILIO FACCHINI, GIAMMARCO AMICI,
PAOLO PASQUALI, ROCCO PERRONE, ALINA DETTORI,
MARGARET KARAPETIAN, NORMA DURÈ, MARIA ZASLAVSKAYA,
LAURA LEN, RENZO SBOLCI, ROSARIO BELLANTE,
FRANCO LASTRAIOLI, LUIGI DE GIOVANNI,
ANGELA AUBIBERT BELTRAMO
dal
martedì al sabato dalle 11.00 alle 19.00 con orario continuato
lunedì
e domenica chiuso
Ingresso
gratuito
Info
e contatti:
Mail:
info@wikiarte.com
Sito:
www.wikiarte.com
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Ubicazione:
San Felice, 40122 Bologna, Italia
giovedì 29 maggio 2014
SPECCHIAmoci........nelle pagine
studio sutta le capanne du ripa specchia lecce
Sabato 31 maggio: Specchia alla scoperta de “Il
tesoro di Sant'Ippazio”
Una serata di narrativa e musica con Alberto
Colangiulo e i “Cantu e cuntu”
Specchia- Secondo grande appuntamento per il
progetto “SPECCHIAmoci... nelle pagine”, ideato dall'Associazione culturale “e20cult” e patrocinato dalla Regione Puglia e il Comune di Specchia, al fine di promuovere la lettura, ogni forma di
espressione artistica e letteraria e vivere momenti di incontro e sociale e
culturale.
Sabato 31 maggio alle 19.30, all'interno dell'annuale appuntamento con IL MAGGIO
DEI LIBRI, in Piazza del Popolo incontro con lo scrittore Alberto Colangiulo, scrittore esordiente con un romanzo che ha il sapore
e il profumo del Salento.
“Il tesoro di Sant'Ippazio” (Lupo editore) è un giallo. Un romanzo di formazione. Un libro in
cui risuonano tante voci, dove la sensibilità dell'autore e la sua grande
capacità di indagare nelle profondità delle pieghe dell'anima e dell'esistenza
riesce a dare luce e spessore a ogni personaggio e a regalare a se stesso, per
i suoi quarant'anni, ma soprattutto ai lettori, un tesoro di... libro, in cui
si respira tutta la freschezza della tramontana. (Tiziana Cazzato, recensione per Sololibri.net)
Dialogheranno con l'autore, Gino Greco, giornalista di Radio Venere e Radio Peter Pan, e la
scrittrice Tiziana Cazzato.
Federica Murgia, presidente dell'Associazione “e20cult”- sezione di Specchia,
introdurrà la serata e illustrerà il progetto “SPECCHIAmoci... nelle pagine”.
La serata sarà impreziosita dalle note musicali dei “Cantu
e cuntu”, che ne scriveranno la
colonna sonora con la musica
popolare del sud e i loro brani inediti.
E in uno degli angoli più suggestivi di uno dei borghi
più belli d'Italia vivremo insieme il magico incontro di due forme d'arte, la
narrativa e la musica, espresse e interpretate con il cuore in modo davvero
unico e irripetibile.
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lunedì 12 maggio 2014
“Internato 159534”
“Internato 159534”
studio sutta le capanne du ripa specchia lecce
studio sutta le capanne du ripa specchia lecce
“SPECCHIAmoci... nei libri 2014”
17 maggio alle 10.30
Gli alunni delle III classi della
Scuola Secondaria di Primo Grado di Specchia
incontrano
Nicola Santoro autore di “Internato 159534”
“testimonianze di Nicola Santoro e Fernando Simeoni,
militari internati italiani nei campi nazisti, Il Raggio Verde edizioni
L'Associazione Culturale “E20cult” - sez. di Specchia, con il patrocinio del Comune di Specchia, dà avvio al suo complesso e articolato progetto “SPECCHIAmoci... nelle pagine”, ideato al fine di favorire e stimolare l'abitudine alla lettura , considerata elemento chiave della crescita personale, sociale e culturale.
Il primo, di numerosi e diversificati appuntamenti vedrà protagonisti i ragazzi della classe terza della Scuola Superiore di Primo Grado “Don Luigi Sturzo” di Specchia, in un vero viaggio nella memoria, nel quale saranno accompagnati da una guida davvero unica, Nicola Santoro, che porterà la sua testimonianza diretta.
Nicola Santoro e Fernando Simeoni sono stati due militari italiani durante la seconda guerra mondiale. Dopo l'armistizio, firmato dall'Italia l'8 settembre del 1943, alcuni soldati italiani furono catturati, rastrellati e deportati nei territori del Terzo Reich. A quel tempo Nicola Santoro aveva solo 19 anni e oggi, a novant'anni, dedica il suo tempo al recupero della memoria per testimoniare ai giovani le atrocità della guerra e dell'esperienza della prigionia che lui ha condiviso con Simeoni, scomparso nel 2010.
E sabato 17 maggio alle 10.30 porterà il suo racconto ai giovanissimi studenti di Specchia, dove presenterà il suo libro “Internato 159534”, edito da Il Raggio verde edizioni.
É un libro che vuole rompere il silenzio e far conoscere le vicende che Nicola e Fernando e molti altri hanno vissuto sulla propria pelle. “Insieme, danno voce alla tenace, coraggiosa, non minore “Resistenza” degli IMI (nome dato dai nazisti ai soldati catturati e deportati), che in stragrande maggioranza non cedettero alla proposta di continuare la guerra accanto ai nazisti.- si legge nell’introduzione del presidente del consiglio regionale di Puglia Onofrio Introna. Sarebbe stata la salvezza: non più “schiavi di Hitler”, via dal filo spinato, dagli appelli al gelo, dal lavoro coatto, dal digiuno la domenica – perché non si lavorava – meglio nutriti, meglio vestiti, niente botte per un pastrano. Nonostante tutto, dissero “NO”. Il dato principale della vicenda degli IMI è il massiccio rifiuto di collaborare coi tedeschi e i fascisti. 600mila italiani di ogni Arma, Corpo e grado preferirono affrontare, consapevolmente, quelle condizioni impossibili. A costo di 20 mesi di stenti in Germania, che in 40-50mila pagarono con la vita.
Gli italiani non vollero venir meno al giuramento di fedeltà alle Istituzioni, difesero la dignità personale e l’onore delle forze armate italiane. Si opposero alla violenza, tennero idealmente alto il vero Tricolore, preferirono affrontare le sofferenze piuttosto che tornare a combattere a fianco di chi negava i diritti umani e in Russia aveva mostrato ai nostri soldati il volto di massacratori senza pietà di ebrei e slavi. In questo senso gli IMI entrarono a pieno diritto nella Resistenza.”
Un volume che Nicola Santoro dedica a tutti coloro che hanno un ruolo nella società e nelle istituzioni, affinché ogni loro decisione sia assunta sempre nel rispetto della vita e della dignità altrui. Nato a Cursi il 22 febbraio 1924, secondo di sette figli, fu arruolato nel 1943 con l’incarico di marconista del Genio Militare presso la caserma di Udine. Fatto prigioniero trascorse due anni circa nel campo di lavoro di Treuenbrietzen. Dopo la sua liberazione, dal 1948 al 1979, lavora presso le Poste Italiane prima come impiegato poi come direttore. Da sempre antifascista ha militato nel partito della Democrazia Cristiana e si è impegnato nel suo paese come amministratore comunale dal 1955 al 1975.
Fernando Simeoni nasce il 12 dicembre 1923 a Civitavecchia dove muore nel 2010. Segnalatore della Marina Militare venne fatto prigioniero nel 1943. Dopo circa due anni di prigionia, al suo rientro in Italia non trovò più i suoi genitori morti durante un bombardamento anglo-americano. Venne assunto in servizio al Comando Generale della Scuola di Guerra di Civitavecchia come coadiuvatore superiore fino al momento del pensionamento.
Gli alunni delle III Classi della Scuola Secondaria di Primo Grado di Specchia incontreranno Nicola Santoro, che ha vissuto la terribile esperienza della prigionia nei campi di lavoro nazisti, autore del libro “Internato 159534” “testimonianze di Nicola Santoro e Fernando Simeoni, militari internati italiani nei campi nazisti, Il Raggio Verde edizioni.
Con la sua testimonianza, oggi confluita nelle pagine di “Internato 159534”, Nicola Santoro fa chiarezza su quello che fu la vicenda degli IMI.
I.M.I. fu il nome dato dalle autorità tedesche ai soldati italiani catturati, rastrellati e deportati nei territori del Terzo Reich nei giorni immediatamente successivi alla proclamazione dell’Armistizio di Cassibile (8 settembre 1943). Nicola Santoro nel 1943 aveva appena 19 anni e si ritrovò a condividere l’atroce esperienza della prigionia insieme a Fernando Simeoni che tenne un diario che integra il volume “Internato 159534” .
Simeoni è scomparso nel 2010 e se fosse ancora vivo condividerebbe la missione che Nicola oggi novantenne dedica al recupero della memoria per testimoniare ai giovani tutta l’atrocità della guerra. “Questo libro che raccoglie le memorie di Nicola Santoro, internato 159534, fornisce un contributo di grande rilievo per la conservazione della memoria delle vicende per troppo tempo dimenticate di questi soldati che lasciati a se stessi dopo l’8 settembre si trovarono ad affrontare da soli la marea montante di una storia che la società avrebbe cercato, subito dopo, di rimuovere. Spiega nella prefazione Loredana Di Cuonzo dirigente scolastica del Liceo Classico “Giuseppe Palmieri” di Lecce, tra gli istituti scolastici che nel corso degli anni Nicola ha voluto visitare, accompagnato dal figlio Edoardo, portando agli studenti del Salento la sua testimonianza di prigioniero nei campi di concentramento tedeschi.
Pagine dolorose della nostra Storia sulle quali è caduto un pesante silenzio. “Delle vicende degli internati militari italiani, infatti, si è tornati a parlare solo poco più di due decenni fa, alla metà degli anni Ottanta. – spiega la stessa Di Cuonzo. Questo silenzio è dovuto anche al fatto che i prigionieri italiani erano stati internati anche dagli alleati in campi di concentramento in molte zone del mondo, questo rallentò molto il loro rimpatrio, ma la motivazione importante di questo silenzio si può ritrovare nelle responsabilità che l’esercito italiano ha avuto riguardo alla tragedia degli I.M.I.: era stato proprio l’esercito ad abbandonarli e per questo si è preferito non pubblicizzarne troppo le vicende dei prigionieri italiani, esaltando invece molto di più l’opera della resistenza armata.”
Un libro che vuole rompere il silenzio. Far conoscere le vicende che Nicola, Fernando e tantissimi altri hanno vissuto sulla propria pelle. “Insieme, danno voce alla tenace, coraggiosa, non minore “Resistenza” degli IMI, che in stragrande maggioranza non cedettero alla proposta di continuare la guerra accanto ai nazisti. – si legge nell’introduzione del presidente del consiglio regionale di Puglia Onofrio Introna. Sarebbe stata la salvezza: non più “schiavi di Hitler”, via dal filo spinato, dagli appelli al gelo, dal lavoro coatto, dal digiuno la domenica – perché non si lavorava – meglio nutriti, meglio vestiti, niente botte per un pastrano. Nonostante tutto, dissero “NO”. Il dato principale della vicenda degli IMI è il massiccio rifiuto di collaborare coi tedeschi e i fascisti. 600mila italiani di ogni Arma, Corpo e grado preferirono affrontare, consapevolmente, quelle condizioni impossibili. A costo di 20 mesi di stenti in Germania, che in 40-50mila pagarono con la vita.
Gli italiani non vollero venir meno al giuramento di fedeltà alle Istituzioni, difesero la dignità personale e l’onore delle forze armate italiane. Si opposero alla violenza, tennero idealmente alto il vero Tricolore, preferirono affrontare le sofferenze piuttosto che tornare a combattere a fianco di chi negava i diritti umani e in Russia aveva mostrato ai nostri soldati il volto di massacratori senza pietà di ebrei e slavi. In questo senso gli IMI entrarono a pieno diritto nella Resistenza.”
Un volume che Nicola Santoro dedica a tutti coloro che hanno un ruolo nella società e nelle istituzioni, affinché ogni loro decisione sia assunta sempre nel rispetto della vita e della dignità altrui. Nato a Cursi il 22 febbraio 1924, secondo di sette figli, fu arruolato nel 1943 con l’incarico di marconista del Genio Militare presso la caserma di Udine. Fatto prigioniero trascorse due anni circa nel campo di lavoro di Treuenbrietzen. Dopo la sua liberazione, dal 1948 al 1979, lavora presso le Poste Italiane prima come impiegato poi come direttore. Da sempre antifascista ha militato nel partito della Democrazia Cristiana e si è impegnato nel suo paese come amministratore comunale dal 1955 al 1975.
Fernando Simeoni nasce il 12 dicembre 1923 a Civitavecchia dove muore nel 2010. Segnalatore della Marina Militare venne fatto prigioniero nel 1943. Dopo circa due anni di prigionia, al suo rientro in Italia non trovò più i suoi genitori morti durante un bombardamento anglo-americano. Venne assunto in servizio al Comando Generale della Scuola di Guerra di Civitavecchia come coadiuvatore superiore fino al momento del pensionamento.
Introduzione di Onofrio Introna presidente del Consiglio regionale di Puglia
Giovani, anche giovanissimi, mai vinti, mai piegati. La dignità del nostro Paese l’hanno riscattata per primi, con il “NO!”, dietro il filo spinato, nonostante i momenti di sconforto, sfidando la fame, affrontando le malattie, superando il dolore, le privazioni di una condizione subumana. Erano gli IMI, gli internati militari
italiani nei lager tedeschi. Non prigionieri di guerra, perché catturati quando il Paese non aveva ancora dichiarato guerra alla Germania. Non tutelati dalle convenzioni internazionali. Abbandonati dal proprio governo l’8 settembre. Se non erano stücke (pezzi) come gli ebrei nei campi di sterminio, restavano soltanto dei
numeri. Lavoratori forzati, manodopera non volontaria per l’industria bellica germanica. Nicola Santoro era il 159534 e ha dovuto imparare a declinarlo in tedesco.
Una sequenza impossibile di suoni gutturali. E se non ce la facevi, erano bastonate.
Nel settembre 1943, quando è stato deportato nel territorio del Reich (Né un preavviso né un preallarme – ricorda – all’improvviso non sapevamo da chi doverci difendere, se dagli inglesi o dai tedeschi), “Nicolino” aveva solo 19 anni, ma teneva gli occhi bene aperti sul mondo. E che mondo, devastato dalla violenza.
Ora, a 90, dedica tutte le sue energie alla memoria, alla missione di testimoniare ai giovani che quanto ha vissuto in quegli anni non si deve ripetere.
“Mai più” guerre, odio, distruzioni, ma anche “mai più” un chilo di pane ogni quindici persone o dormire sui trucioli di legno o beccarsi uno schiaffo per aver provato a coprirsi con un pastrano dismesso. Sono solo alcuni episodi dell’esperienza di Nicola Santoro, condivisa col compagno di prigionia Fernando Simeoni. L’amico, scomparso purtroppo nel 2010, tenne un diario di quei giorni, che integra il volume.
Insieme, danno voce alla tenace, coraggiosa, non minore “Resistenza” degli IMI, che in stragrande maggioranza non cedettero alla proposta di continuare la guerra accanto ai nazisti. Sarebbe stata la salvezza: non più “schiavi di Hitler”, via dal filo spinato, dagli appelli al gelo, dal lavoro coatto, dal digiuno la domenica – perché non si lavorava – meglio nutriti, meglio vestiti, niente botte per un pastrano.
Nonostante tutto, dissero “NO”. Il dato principale della vicenda degli IMI è il massiccio rifiuto di collaborare coi tedeschi e i fascisti. 600mila italiani di ogni Arma, Corpo e grado preferirono affrontare, consapevolmente, quelle condizioni impossibili. A costo di 20 mesi di stenti in Germania, che in 40-50mila pagarono con la vita.
Gli italiani non vollero venir meno al giuramento di fedeltà alle Istituzioni, difesero la dignità personale e l’onore delle forze armate italiane. Si opposero alla violenza, tennero idealmente alto il vero Tricolore, preferirono affrontare le sofferenze piuttosto che tornare a combattere a fianco di chi negava i diritti umani e in Russia aveva mostrato ai nostri soldati il volto di massacratori senza pietà di ebrei e slavi. In questo senso gli IMI entrarono a pieno diritto nella Resistenza.
Finita la guerra, sulla tragedia calò un silenzio complice, per tante ragioni, per tante convenienze.
Testimoni come Nicola Santoro e con lui Fernando Simeoni hanno il merito di aver rimosso quel silenzio e continuano a farlo. La loro voce è quella di un’Italia coraggiosa, civile, responsabile, che ci auguriamo possa
ispirare le nuove generazioni.
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73040 Specchia LE, Italia
mercoledì 7 maggio 2014
ARTISTI IN PERMANENZA: SALETTA MENTANA anche Luigi De Giovanni
studio sutta le capanne du ripa specchia lecce
Galleria d’arte Mentana Firenze
WWW.GALLERIAMENTANA.IT
galleriamentana@galleriamentana.it
P.zza
Mentana 2/3 r- 50122 (FIRENZE)
Tel. 055.211985 - Fax. 055.2697769
Proposte Contemporanee
OPENING:
Sabato 10 Maggio ore 18.00
10
MAGGIO- 4 GIUGNO2014
Artisti in permanenza: Saletta Mentana
Clara
Polvani
Bianca
Vivarelli
Annie
Gheri
Francesca
Coli
Rosario
Bellante
Monica
Pignat
Franco
Lastraioli
Emilio
Facchini
Luigi
De Giovanni
Ugo
Di Pasquantonio
"Partenze
rosse" olio cm 50x40 - Giampaolo
Talani
"Vento
d'autunno" tecnica mista cm 50x70 - Emilio Marino
"Ballerina"scultura
in bronzo - Vittorio Tessaro
"Paesaggio"
tecnica mista cm 35x50 - Salvatore Magazzini
"Una
manana diferente " digitale cm 90x60 - Laura len
“
Paesaggio amico" olio cm 40x50 - Franco Lastraioli
I
nostri orari:
11.00/13.00 - 16.30/19.30
domenica
e lunedì mattina chiuso
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Ubicazione:
Firenze, Italia
sabato 29 marzo 2014
SPAZI APERTI
Galleria d’Arte
Mentana
P.zza Mentana, 2/3R – 50122 Firenze
Presenta
Spazi Aperti
Rassegna d’arte contemporanea internazionale
Opening: sabato 5 aprile ore 18.00
5/29 aprile 2014
Art Director – Giovanna Laura Adreani
“Spazi aperti” è una mostra innovativa che vuole dare una
panoramica d’arte dal respiro
internazionale.
Artisti:
Francesco Gibertoni
Barca
Isabel Zuzarte
Mayis Mkhitaryan
Rosario Bellante
Alejandro Fernandez
Elisa Sestini
Antonella Serratore
Giammarco Amici
Info:
tel. +39 055211985
Orari Galleria: 11/13 – 16.30/19.30
Domenica e lunedì mattina chiuso
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Piazza Mentana, 50122 Firenze, Italia
sabato 22 marzo 2014
VIAGGI & MIRAGGI
studio sutta le capanne du ripa specchia lecce
Con il patrocinio del Comune di Specchia (Comune Gioiello d’Italia)
e della Pro Loco
di Specchia
L’Associazione
Culturale e20cult
presenta:
Viaggi & Miraggi
Cammino musicale, poetico e teatrale
Sabato 29 marzo 2014 ore 20.30
Auditorium Comunale
Specchia
Durante la serata sarà ripercorso un viaggio attraverso le
canzoni più significative di:
Lucio Dalla e
Francesco De Gregori
Concerto di solidarietà, per la raccolta fondi, mirata
all’intervento di restauro del dipinto scoperto recentemente nell’abside della
chiesa “Confraternita di Sant’Antonio di Padova e della chiesa SS. Trinità” di
Specchia
“VIAGGI & MIRAGGI”
“Due buoni compagni di
viaggio non dovrebbero lasciarsi mai, potranno scegliere imbarchi diversi ma
saranno sempre due marinai”! recita così una canzone di De Gregori che suggella
appieno un’alchimia tra l’essere geniale ed eclettico di Lucio Dalla e l’anima
folk e intimista di De Gregori.
“Viaggi e miraggi” è un
peregrinare musicale poetico e teatrale tra testi e melodie anche “contaminati”
dal mondo della letteratura e
della poesia, (Enzensberger, Roberto Roversi…) e preghiere laiche che esortano lo spettatore che
intraprenderà il viaggio a vivere e non semplicemente a sopravvivere, tra
musicalità travolgenti e stati d’animo raccontati che danno una chiave di
lettura diversa dalle “verità ufficiali”.
Il progetto in questione
nasce e si sviluppa a seguito di un confronto di idee proposte dal
musicista/arrangiatore Davide Sergi e dall’attrice Teresa Scappaviva i quali
desiderosi di fondere l’arte della musica e l’arte del teatro, hanno deciso di
realizzare tal progetto avvalendosi della collaborazione di rinomati musicisti
salentini.
In questo viaggio ci
accompagneranno:
-
Davide Sergi: voce, chitarre, fiati;
-
Daniele Vitali: voce, pianoforte;
-
Stefano Rielli: contrabbasso, basso elettrico;
-
Francesco Pellizzari: batteria e percussioni;
-
Riccardo Basile: chitarre e sinth;
-
Ospite
della serata: Francesco Protopapa:
tromba.
Questa serata è stata possibile anche grazie agli sponsor
che hanno gentilmente contribuito:
- Fratelli Pizza autoricambi S.P.
- Associazione Italiani Nel Mondo
- D.C.A. di Del Casale Antonio (lavori in ferro battuto)
- BAR PASTICCERIA “LE MILLE VOGLIE”
- CASA VIVA ARREDO INTERNI di Luigi Scarcia
- LAVANDERIA “LA FUTURA” di Durini Giuseppe
- PASTICCERIA GIUSEPPE LOMBARDO dal 1924
- FLEURS di ARDITO (piante e fiori – addobbi floreali)
- CARTOLERIA “SMILE 76”
- BAR DEL CORSO (snack bar – pizzeria, pucceria)
Considerato il numero ridotto dei posti si consiglia la
prenotazione al 329 2370696 - 327
7919003
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venerdì 14 marzo 2014
Luigi De Giovanni partecipa alla collettiva di Firenze
studio sutta le capanne du ripa specchia lecce
Luigi De Giovanni partecipa
alla collettiva di Firenze
Galleria d'Arte Mentana -
Piazza Mentana 2/3r Firenze
tel- 0039-055.211985.
Presenta
INDIVIDUAZIONI - Rassegna di
arte visive
Inaugurazione: Sabato 15
Marzo 2014 ore 18.00
Dal 15 al 30 marzo 2014
Artisti:
Angela Audibert Beltramo
Giammarco Amici
Janice Alamanou
Rosario Bellante
Sergio Benvenuti
Francesca Coli
Alina Dettori
Luigi De Giovanni
Emilio Facchini
Annie Gheri
Franco Lastraioli
Clara Polvani
Rocco Perrone
Monica Pignat
Hector Rodriguez
Donatella Tanzini
Vittorio Tessaro
Bianca Vivarelli
Giampaolo Talani
Maria Zaslavskaya
martedì 11 marzo 2014
DE GIOVANNI LUIGI INNSBRUCK 2014
studio sutta le capanne du ripa specchia lecce
Luigi De Giovanni, con la Galleria d'Arte
Mentana di Firenze, ha partecipato alla Fiera Internazionale di
INNSBRUCK 2014. Nello stand espositivo della Galleria Mentana di Firenze le sue
opere hanno suscitato interesse e sono state molto apprezzate.
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Innsbruck, Austria
lunedì 3 marzo 2014
LE VITTIME DEL SILENZIO
LE VITTIME DEL SILENZIO
Con il Patrocinio del Comune di Specchia (Lecce)
Organizzata dall’Associazione Culturale “e20cult”
LE VITTIME DEL SILENZIO
9 MARZO 2014 PALAZZO RISOLO ORE 17:30
Specchia, piazza del Popolo
L’Associazione culturale “e20cult”, con il convegno, che farà domenica 9
marzo 2014 alle ore 17:30 nella sala di Palazzo Risolo a Specchia (Lecce),
intende sensibilizzare l’opinione pubblica in merito alla drammatica questione
della violenza sulle donne ed il femminicidio ,in una occasione che vuole
essere di riflessione e di confronto attraverso la partecipazione non solo degli
esperti.
marzo 2014 alle ore 17:30 nella sala di Palazzo Risolo a Specchia (Lecce),
intende sensibilizzare l’opinione pubblica in merito alla drammatica questione
della violenza sulle donne ed il femminicidio ,in una occasione che vuole
essere di riflessione e di confronto attraverso la partecipazione non solo degli
esperti.
Interventi
- Giampiero Pizza Assessore alla Cultura
- Isabella de Nicola, Assessore Pari Opportunità e Famiglia
- Cristina Baldassarre, psicologa, Centro Antiviolenza di Specchia – “La
buona prassi dei Centri
Antiviolenza Sanfra”
Antiviolenza Sanfra”
- Francesca Pastore, assistente sociale e giornalista – Amori… malati: la
violenza sulle donne”
- Maria Rosaria Scarcia, avvocato – “Legislazione: l’importanza della
tutela”
tutela”
- coordina: Federica Murgia, associazione “E20Cult”, Specchia
- performance: Domenico Arces - Lucia Macrì
- L’evento sarà arricchito da un contributo, breve testo, della
professoressa
professoressa
Lorenza Marra nonché da
poesie, riflessioni e disegni di adolescenti.
poesie, riflessioni e disegni di adolescenti.
- Raccolta fondi in favore del Centro Antiviolenza di Specchia
comune.specchia.lecce.it - e20cult.it - info: 329.2370646 associazione
culturale
LE VITTIME DEL SILENZIO
Una giornata d’analisi del femminicidio, che comprenda gli
aspetti psicologici, sociologici, ambientali, culturali e di diritto, da donna
occidentale, mi parrebbe un evento anacronistico. Leggendo le cronache,
purtroppo, mi rendo conto che ben poco è cambiato rispetto agli anni settanta,
quando le donne della mia età osavano pensare, dopo aver gridato a gran voce,
d’aver, non solo, conquistato i diritti ma anche la dignità d’essere persona,
la libertà e la serenità di non aver paura d’avere un lavoro che le affrancasse
dalla dipendenza economica, fattore questo, che le portava ad accettare
angherie e violenze sino a essere merce di scambio oppure cornice, per
dimostrare il potere economico e sociale del maschio.
aspetti psicologici, sociologici, ambientali, culturali e di diritto, da donna
occidentale, mi parrebbe un evento anacronistico. Leggendo le cronache,
purtroppo, mi rendo conto che ben poco è cambiato rispetto agli anni settanta,
quando le donne della mia età osavano pensare, dopo aver gridato a gran voce,
d’aver, non solo, conquistato i diritti ma anche la dignità d’essere persona,
la libertà e la serenità di non aver paura d’avere un lavoro che le affrancasse
dalla dipendenza economica, fattore questo, che le portava ad accettare
angherie e violenze sino a essere merce di scambio oppure cornice, per
dimostrare il potere economico e sociale del maschio.
Oggi mi pare che ben poco sia cambiato. Le donne mamme,
sorelle, figlie e fidanzate ma anche amiche si sono rintanate, almeno come
pensieri, molte forzatamente anche a
causa delle difficoltà economiche e sociali, tornando, metaforicamente,
nelle cucine e a far calze, piene d’ansia e timorose di poter affrontare, con
coraggio e senza paura, le battaglie in seno alla propria famiglia e alla società.
Mi sembra si sia fatto un salto indietro o un trasferimento in quelle società
dove nascer donna è solamente una sventura per se stessa e merce di scambio per
la famiglia che la terrà sempre sotto tutela sino a quando non ci sarà il
trasferimento di proprietà e di tutela.
sorelle, figlie e fidanzate ma anche amiche si sono rintanate, almeno come
pensieri, molte forzatamente anche a
causa delle difficoltà economiche e sociali, tornando, metaforicamente,
nelle cucine e a far calze, piene d’ansia e timorose di poter affrontare, con
coraggio e senza paura, le battaglie in seno alla propria famiglia e alla società.
Mi sembra si sia fatto un salto indietro o un trasferimento in quelle società
dove nascer donna è solamente una sventura per se stessa e merce di scambio per
la famiglia che la terrà sempre sotto tutela sino a quando non ci sarà il
trasferimento di proprietà e di tutela.
Riguardo all’Italia e al perpetrarsi della situazione di
diseguaglianza fra i sessi la domanda che mi viene spontanea è, chi ha la
maggiore responsabilità dell’educazione delle donne e dei maschi? La risposta è
sconsolante perché nelle famiglie italiane l’impronta educativa è affidata, per
la maggior parte, alle madri, che oggi sono, spesso, madri che hanno combattuto
per l’emancipazione della donna; che sono andate nelle piazze a rivendicare
l’essere soggetto e non oggetto sia all’interno della coppia e della famiglia,
sia nella società dimostrando d’essere preparate ad assolvere tutti i lavori,
tenuto conto che anche negli studi le donne dimostrano maggiore successo. Parlo
di donne che hanno dimostrato la capacità di lavorare fuori di casa, riuscendo
nello stesso tempo a essere perfette casalinghe. Ai figli, molto spesso, non
sono state capaci di inculcare il valore dell’uguaglianza, di far perdere il
senso di sudditanza che porta le figlie ad accettare prepotenze da compagni che
non hanno recepito il valore del rispetto fra i sessi non solo davanti alla
legge ma soprattutto davanti a loro stessi. Anche la scuola, sotto questo
aspetto, non riesce a essere incisiva: stante le numerose aggressioni che
devono subire, soprattutto, le studentesse spesso in nome di un amore che
motiva la violenza con giustificazioni, che per i tempi in cui viviamo, hanno
dell’inverosimile. È l’amore malsano che ancora porta, la donna,
all’accettazione di quella subalternità che le rovinerà l’esistenza o le negherà
la vita.
diseguaglianza fra i sessi la domanda che mi viene spontanea è, chi ha la
maggiore responsabilità dell’educazione delle donne e dei maschi? La risposta è
sconsolante perché nelle famiglie italiane l’impronta educativa è affidata, per
la maggior parte, alle madri, che oggi sono, spesso, madri che hanno combattuto
per l’emancipazione della donna; che sono andate nelle piazze a rivendicare
l’essere soggetto e non oggetto sia all’interno della coppia e della famiglia,
sia nella società dimostrando d’essere preparate ad assolvere tutti i lavori,
tenuto conto che anche negli studi le donne dimostrano maggiore successo. Parlo
di donne che hanno dimostrato la capacità di lavorare fuori di casa, riuscendo
nello stesso tempo a essere perfette casalinghe. Ai figli, molto spesso, non
sono state capaci di inculcare il valore dell’uguaglianza, di far perdere il
senso di sudditanza che porta le figlie ad accettare prepotenze da compagni che
non hanno recepito il valore del rispetto fra i sessi non solo davanti alla
legge ma soprattutto davanti a loro stessi. Anche la scuola, sotto questo
aspetto, non riesce a essere incisiva: stante le numerose aggressioni che
devono subire, soprattutto, le studentesse spesso in nome di un amore che
motiva la violenza con giustificazioni, che per i tempi in cui viviamo, hanno
dell’inverosimile. È l’amore malsano che ancora porta, la donna,
all’accettazione di quella subalternità che le rovinerà l’esistenza o le negherà
la vita.
Nel sociale è sconsolante vedere che, spesso, gli stipendi
dei maschi, per lo svolgimento delle stesse mansioni, sono più alti, che il
risultato delle elezioni, nonostante le italiane siano molto più numerose dei
maschi, è sempre a sfavore delle donne che riescono a eleggere pochissime
rappresentanti. Com’è possibile tutto questo? La risposta che mi sono data è
semplice: le donne si fanno condizionare dai maschi anche in questo e non hanno
fiducia nelle loro potenzialità.
dei maschi, per lo svolgimento delle stesse mansioni, sono più alti, che il
risultato delle elezioni, nonostante le italiane siano molto più numerose dei
maschi, è sempre a sfavore delle donne che riescono a eleggere pochissime
rappresentanti. Com’è possibile tutto questo? La risposta che mi sono data è
semplice: le donne si fanno condizionare dai maschi anche in questo e non hanno
fiducia nelle loro potenzialità.
Ecco allora tingersi di rosso sangue le prospettive di molte
che in silenzio non affrontano il terrore e finiscono per essere uccise:
centoventotto nel 2013 di cui quindici minori. Il rosso sangue è interpretato
da un simbolo, bracciali rossi, che alcune hanno voluto preparare per questa
giornata, che ascoltando le cronache, che ogni giorno raccontano di femminicidio,
sembra una commemorazione funebre.
Federica
Murgia
che in silenzio non affrontano il terrore e finiscono per essere uccise:
centoventotto nel 2013 di cui quindici minori. Il rosso sangue è interpretato
da un simbolo, bracciali rossi, che alcune hanno voluto preparare per questa
giornata, che ascoltando le cronache, che ogni giorno raccontano di femminicidio,
sembra una commemorazione funebre.
Federica
Murgia
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Ubicazione:
73040 Specchia LE, Italia
sabato 8 febbraio 2014
che pallleeeeeeeeee
studio sutta le capanne du ripa specchia lecce
Che palleeeeeeeeeeee!!!... Mi guardo intorno e vedo il ripetersi del cattivo vizio di sparlare del prossimo per cercare d'apparire importanti e competenti, "ispirarsi" alle idee degli altri per dire so fare viene tramutato in so "copiare"... spudoratamente!
Mi pare che non ci sia differenza in nessun luogo e, per fare esempi, Roma, Milano, Bologna... mi appaiono pari a Sedriano, Canicattì, Vibo Valenzia....!
Certi della loro erudizione, i saputi, sputano le loro verità con fare sicuro affermandone oggi una sempre diversa o arricchita rispetto a quella sostenuta ieri. Hanno leggiucchiato, senza troppa attenzione per i contenuti, o sentito sprazzi di notizie, anche pruriginose, che spacciano per oggettive e giuste. Si pavoneggiano, aggiungendo di volta in volta nuovi particolari, perché hanno sentito o percepito dei frammenti di voci qua e là. Frequentemente carpiscono idee, che poi spacciano come proprie, il più delle volte appiccicate, mancando lo spirito creativo e l’ideazione che dà anima ai pensieri e alle cose. Le idee, di cui si appropriano i quacquaraquà, sono monche e riescono a sorprendere il pubblico solo per poco, in quanto, non hanno un successivo sviluppo e coerente continuità. Qualche volta riescono ad avere il seguito di persone che, anche in buona fede, prestano attenzione, e per questo vanno col petto in fuori e hanno l’aria d’essere molto importanti.
I quacquaraquà parlano sul nulla convinti di essere scaltri ma, ad ascoltarli, si capisce subito che rappresentano solo la vuotezza mentale e che possono discorrere solo di pettegolezzi, di sentito dire, di cose mai approfondite. Frasi fatte, respirate e rinforzate nei gruppi chiusi, danno il senso della loro cultura e della mancanza di ricerca dell’ideativo, del giusto e del bello.
S’infastidiscono quando qualcuno osa confutare l’inconsistenza contenutistica delle cose di cui parlano e continuano a pavoneggiarsi con giri di parole che giustificano solo l’ignoranza: la mancanza di sostanza interiore che possa sostenerli al di fuori delle nozioni che danno loro certezze. Questi sono i quacquaraquà che mi lasciano tutte le volte con un dubbio “ci sono o ci fanno?”
Luigi De Giovanni in otto opere ha voluto raccontare il vuoto chiacchiericcio e fare un omaggio a Leonardo Sciascia che, nel libro “Il giorno della civetta”, divise gli uomini in categorie, sistemando nell’ultima proprio i quacquaraquà, persone che, secondo l’autore, <>. L’artista ha colto lo spunto e usando gli strumenti della pittura, ha trovato idee e sensazioni materializzando le angosce e le ferite che causa il pantano dei pettegolezzi sino a renderlo concreto nel colore che tinge in monocromo una tela di denuncia, diventata metafora del fango sputato inutilmente. Gocciolamenti, spruzzi, macchie essenziali, nelle opere in mostra, realizzate di getto, esprimono la rabbia istintiva del gesto pittorico che si manifesta, anche, mettendo in primo piano la parola, linea guida, “quacquaraquà”.
Nell’opera “malinconia in bianco su sfondo rosa” gocciolamenti di calce, tracce di tinteggiatura di pareti d’abitazione, si rapprendono in una grande e densa macchia screpolata come se si fossero manifestati i segni del disfacimento degli ideali e dei sogni colpiti dagli schizzi melmosi. Uno sfondo rosato, traccia di speranza, contrasta con i sicuri segni bruni che esaltano il significato della cupa malinconia dell’opera che riporta ai piccoli paesi, humus che fermenta il genio ispirato, che fa avvertire sensazioni di disagio, di mancata accettazione dell’uomo per quello che è e non per quello che dovrebbe essere secondo i quacquaraquà benpensanti.
Trama del racconto pittorico è la tristezza dell’animo, colpito dalle maldicenze, che si palesa nei dipinti denunciando la superficialità dei quacquaraquà che trasformano in schizzi di fango appiccicoso, che viene scagliato addosso alle persone per annullarle per allontanarle dal loro posto, anche sociale. Le gestuali macchie esprimono la cattiveria diventata tormento, mentre ripetere sulle tele la scritta “quacquaraquà” è una catarsi liberatoria che denuncia l’immobilità mentale di chi non sa rendersi conto del significato delle ferite che infligge. Una tela gialla, che si anima di allegra vitalità e della gioia di ricominciare nel bianco in esplosione, diventa la speranza che si afferma nell’opera dove da uno sfondo bruno di tela grezza, in cui si addensano macchie spesse di colore bianco, c’è la memoria delle persone che riescono a sfuggire al chiacchiericcio: al limo che le aveva circondate e ferite.
Nelle opere in mostra si percepiscono le sensazioni di animi offesi e la stoltezza dei quacquaraquà: che potranno continuare con il loro impegno sparlando ed enunciando sproloqui su persone, cose o argomenti.
I quacquaraquà sono rappresentati, con sagace ironia, in un omaggio a Leonardo Sciascia che con poche parole riusciva a donarci il clima di un paese dove anche le pareti delle case mormorano.
L’artista con una metafora dà spunto ai loro futuri discorsi….
Federica Murgia
Website: degiovanniluigi.com
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