DE GIOVANNI LUIGI a FIRENZE

DE GIOVANNI LUIGI a FIRENZE
La galleria Mentana di Firenze, in prossimità delle feste natalizie, come ogni anno, il giorno 16 dicembre 2023 dalle ore 17,00 alle ore 20.00 terrà l’opening di “Orizzonti Contigui” Rassegna di Artisti Internazionali che animerà lo spazio sito nel cuore di Firenze, in via della Mosca, 5. Orizzonti Contigui Attraverso le opere in mostra è possibile immergersi nelle descrizioni di pensieri, idee e sensazioni che danno luogo al mondo degli artisti presenti che, nella realizzazione delle opere, hanno trovano l’occasione per avventurarsi nelle sfaccettature della natura fatta di paesaggi e di atmosfere, per ritrovarsi nel mondo della fantasia o nelle problematiche dei percorsi dell’uomo, fino ad attraversare riflessioni o sogni che muovono dall’Io o dalla religiosità. Colori, pennellata e percorsi capaci di trasmettere il mondo della bellezza e delle contraddizioni dell’uomo che è sempre alla ricerca di quei valori che danno senso alle opere di questa bellissima rassegna artistica. L’evento sarà anche occasione per scambiarci gli Auguri di Natale. Artisti presenti in Mostra: Eva Breitfuss - Audrey Traini - Lis Engel – Giancarlo Cerri – Aldehy – Bianca Vivarelli – Krasimir S. Marinov – Eileen Herres – Valerio Tanini – Tina Hliblom-thibblin - Camilla Vavik Pedersen – Patrizia Pepe – Luigi De Giovanni – Salvatore Magazzini – Anna Lapshinova Galleria d’Arte Mentana Arte Moderna e Contemporanea Via della Mosca, 5r
50122 Firenze (Italia)
Telefono/Fax: +39 055 211985
Cellulare: +39 335 1207156
Email: galleriamentana@galleriamentana.it
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sabato 26 settembre 2015

“Finestre sul mare” mostra personale di Luigi De Giovanni


e20cult e  Il Raggio Verde Edizioni SRL

Presentano

“Finestre sul mare”
mostra personale di

Luigi De Giovanni


Evento collaterale: Reading di poesie sul mare

“Evento organizzato in occasione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI”

Studio “Sutta Le Capanne Du Ripa”, Specchia (LE), Piazza del Popolo, 21°A

Inaugurazione 10  ottobre ore 10.00
Dal 10 al 23 ottobre 2015

Con questa mostra De Giovanni espone opere realizzate per il suo progetto “e il naufragar m’è dolce in questo mare”: scorci del “Parco Santa Maria Di Leuca, Otranto e Bosco di Tricase”.
L’artista si è fermato fra i sassi scorgendo “L’infinito”, un luogo dell’anima riscoperto in un viaggio interiore che ha trovato approdo pittorico nella costa salentina: una bellissima terra pietrosa e ricca di storia, dove la natura trasmette emozioni e dona ispirazioni.
Il suo pennello, ascoltando il Genius Loci, ha cantato con i colori e ha descritto, non solo esteticamente, ma anche spiritualmente, l’essenza del luogo tanto amato. I dipinti, come se seguissero gli eventi e gli stati d’animo degli uomini, vivono di un mare in tempesta, calmo o mosso da una lieve brezza.  Raccontano di macchia mediterranea e ulivi che esprimono il tempo e caratterizzano il territorio di pietre che parlano dell’uomo e del suo naufragare nelle sirene del superfluo.
Le opere esposte sono finestre sul mare, ambiente sempre presente o intuibile nello sfondo, che coinvolgono campagne e sensazioni di un artista che dal suo punto di vista coglie atmosfere un po’ malinconiche. 
                                                                        Federica Murgia
Visitabile tutti i giorni dalle 17 alle 20
10 Ottobre, Giornata del contemporaneo: dalle 10-12:30 e dalle 16 alle 21.  Ingresso libero
e20cult.it  - info: 329.2370646

Luigi De Giovanni è nato a Specchia vive ed opera tra il Salento e Cagliari. Sin dalla più tenera età esegue disegni ed acquerelli seguito dalla madre, modellista e sarta diplomata in una delle più prestigiose scuole di Roma. Nel 1967 fa la sua prima mostra collettiva iniziando una intensa attività artistica che lo porta poi ad esporre a New York, Tokyo, Bruxelles, Madrid, Gent, Ginevra, Parigi oltre che a Milano, Roma, Firenze, Venezia, Bologna…. 1969 si diploma all’Istituto d’Arte di Poggiardo. 1970 comincia a dipingere in maniera informale usando tecniche miste e collage. 1973 con il maestro Avanessian inizia lo studio dell’imprimitura delle tele e l’uso delle terre. 1974 si diploma all’Accademia delle Belle Arti di Roma. 1970  / 1978 segue il Corso Libero del Nudo. 1974 si perfeziona nella tecnica a olio. 1980 sperimenta la tempera all’uovo e realizza alcune opere con un unico filo conduttore “Le scalate sociali”. 1986 collabora continuativamente con l’antica “Galleria degli Artisti” di Cagliari. 1988 sperimenta tecniche miste con l’uso di materiali di scarto simbolo di “rifiuto” quali: segatura, trucioli metallici, pezzi di gomma inservibili, vecchi jeans, carta e tessuti e successiva performance con lancio di uova. 1988 inizia il rapporto con la Galleria “Mentana” di Firenze che lo presenta alla Fiera Arco di Madrid.1990 comincia a realizzare e ad esporre opere che hanno come filo conduttore “l’angoscia nella società attuale” e le delusioni sessantottine, cominciando ad usare i vecchi jeans come tele e come pittosculture, con successiva installazione. 1998 inizia la collaborazione con la Galleria “La Bacheca” di Cagliari. Dal 2000 collaborazione costante con la galleria “Della Tartaruga” di Roma. 2000 comincia a fare installazioni con i jeans e vari altri materiali o oggetti. 2003 comincia a collaborare con la Galleria “III Millennio” di Venezia. 2011 performance con coinvolgimento del pubblico. Nel 2012, con la curatela Toti Carpentieri, ha esposto a Lecce il ciclo di opere “Tracce di ri€voluzione”, lettura dei cambiamenti che hanno caratterizzato la società e i costumi dalla seconda metà del Novecento andando a sfogliare le pagine più dolorose della storia europea e italiana: le grandi guerre, la caduta del muro di Berlino, il ‘68, la crisi economica e politica dei nostri giorni. Nel dicembre 2012 a Specchia ha presentato l’antologica “In itinere. Visioni, segni e figure 1966 – 2012”. Nel 2013 con “Dialogo con la Natura. Oltre i 16:9” ha esposto a Brindisi, Mesagne, Tricase.                                                      
Nel 2014 mostre a: Bologna, Firenze, Lecce                                                    
Mostre con installazioni e performance:                                                                 
Specchia:
UOMO DEL MIO TEMPO” omaggio a Salvatore Quasimodo - “Forme e colori dello spirito”                                                                        
Tricase: “L’immaginazione al potere”
“e il naufragar m'è dolce in questo mare”, prima parte.
Andrano: Castello Spinola  Caracciolo 2/12 agosto 2015  con installazione con canne.
Specchia: 12  agosto “Notte Bianca” sino al 20 agosto                                                        
Roma: progetto della galleria Mentana in collaborazione con la galleria Tornatora.                                        
Firenze: Galleria d’Arte Mentana                                                           
Specchia: “Finestre sul mare” 10/23 ottobre, con performance poetica, video e installazione. “Evento organizzato in occasione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI”.
          
                                                                                    
Biography:  Luigi De Giovanni born on 12 February  1950 in Specchia (Lecce). He graduated  to the Institute of Art of Poggiardo in the 1969. In the 1974 he  graduated to the Academy of the Fine Arts from Rome. From the 1970 to the 1978 he  follows the Free Course of the Nude. From tender age he paints designs and acquerelli followed from the mother. In the 1967 he paints frequently and he does the his before collective show. In the 1973 with the Avanessian teacher he begins the study of the “imprimitura” of the cloths and of the powders. In the 1974 he improve in the technique to oil. In the 1980 experiment the temper to the egg; he realize some operas with an only thread conductor "social climbs." In the 1988 he experiment coed techniques with the custom of materials of discard symbol of "refusal" which: segatura, metallic shavings, shiver of unserviceable rubber, paper and cloths. He begins the report with the Gallery "Mentana" from Florence that presents him to the Fair  Arc from Madrid. In the 1990 he starts to realize and to expose operas that have  like conductor thread "the anguish in the actual society"; he starts to use the old jeans like cloths for his operas to social character. From the 1979 he paints Sardinia where he spends long periods.  
          
CRITICS                                                                                
The painter’s poetical world is the symbol of a fertile song, but also a stage of happy presences, though human beings are absent. Luigi De Giovanni searches faith, a spiritual meaning. He’s an artist who feels a desire to regard canvases as pages of an endless diary, because nature’s particular and messages have no end. He feels the necessity to bring to ligth all the answers to man’s existential anxietis. In De Giovanni’s compositions the trees are the archetype that transforms itself into poetic imagination, exalted in forms referable to reality, Luigi De Giovanni choose very few themes to communicate his enlightements that reveal their meaning like intimate exclamations. His post – impressionist intimism lives through the necessity to catch on to the absolute and observes the static nature of landscapes, as something definite and everlasting.             Paolo Levi 








venerdì 12 giugno 2015

IMMAGINI ONIRICHE In parallelo mostra collettiva : Fisica/Metafisica del corpo - De Giovanni Luigi pittore contemporaneo - Creazioni d'arte - Cagliari

IMMAGINI ONIRICHE In parallelo mostra collettiva : Fisica/Metafisica del corpo - De Giovanni Luigi pittore contemporaneo - Creazioni d'arte - Cagliari


Galleria d’arte Mentana di Firenze
INVITO
SABATO 13 GIUGNO 2015 Ore 18:00
L’artista Francesco Gibertoni Barca presenta:
IMMAGINI ONIRICHE
In parallelo mostra collettiva : Fisica/Metafisica del corpo
Seguirà un aperitivo insieme agli artisti
Art Director Giovanna Laura Adreani - Assistant Paola
Neri
 
-- INGRESSO
LIBERO --
Orario: 11.00/13.00
- 16.30/19.30
Domenica e lunedi mattina chiusoSabato mattina su
appuntamento

Nella pittura di Francesco Gibertoni Barca
ritroviamo le tracce delle sue immagini oniriche che, ritornando al passato,
trovano le vie di compenetrazione psichica che portano alla creazione
d’idealizzate opere, dove la simultaneità di ricordi incrociati diventa
osservazione del tempo che conduce alle verità dell’oggi. Nei colori delle sue
ideazioni c’è il procedere del
conflitto interiore dell’artista, simboleggiato da segni chiari e inequivocabili che danno forma ai rossi,
ai gialli, ai blu che si combinano in luminescenze variabili. Le apparenze
d’angosce ancestrali, legate ai pericoli che aleggiano
sugli smerli del
castello dell’immaginazione, sono sconfitte dalla spada di una fede che
s’inoltra nelle case dell’oggi confondendosi in racconti ondivaghi di urgenza
di ricerca delle verità. Nei dipinti di Gibertoni Barca l’uomo
si ritrova a percorrere sentieri che, pur sapendo di sacro, intersecano
l’utilitarismo delle tentazioni profane. La sua è la storia d’illusioni tradite
o perdute e d’aspettative celate. È la vita descritta dai simboli che, partendo
dalla fiducia nei sogni e dall’inconscio curioso, si perde nel materialismo le
cui tracce dolorose sanno di condizionamenti e di schieramenti ideologici che
trovano significato nelle aspirazioni di ieri e nel degrado delle idee
dell’oggi. Le paure di tutti si disvelano, nei caldi e dorati colori della
speranza che s’intravvede nelle memorie trasfigurate e simultaneamente evocate
in dettagli e incroci di epoche, di luoghi e stati d’animo.
Segni e toni di atmosfere tendenti al surreale, narrano di
situazioni di realtà sincrone e d’intrusi che giocano fra ciò che appare e
verità. Il ricordo diventa sbiadito e la sincerità dell’Io collettivo rimane
trincerata nei cuori, mentre dietro i palazzi del potere, reale e spirituale,
naviga in un illusorio concetto di giustizia.
Nella ricerca della libertà dell’essere, nel modo in cui si
è e come si desidera, senza costrizioni e condizionamenti che portino alla
solitudine del pensiero del singolo, c’è tutta l’analisi dell’artista che fa
diventare i sui sentimenti visibili nelle opere, solo apparentemente semplici
ma realmente rincorrenti l’infanzia della purezza dello spirito. Dai colori
caldi e cangianti, in prospettive di luce, si apre il sogno che s’infrange nei
toni aspri oltre i frantumi delle coscienze e degli ibridi che
nell’immaginifico conservano una parvenza di moralità e naturalità accettata.
I paesaggi dell’anima di Francesco Gibertoni
Barca sono incontri di tempo e di spazio che diventano, nella loro complessità
espressiva e compositiva, dipinti che pongono lo spettatore in una posizione
d’introspezione quasi catartica.              
Federica Murgia
         





          

 Galleria
d’arte Mentana di Firenze
INVITO
SABATO 13
GIUGNO 2015
Ore 18:00
L’artista
Francesco Gibertoni Barca presenta:
IMMAGINI
ONIRICHE
In parallelo
mostra collettiva : Fisica/Metafisica del corpo
Seguirà un
aperitivo insieme agli artisti
Art
Director Giovanna Laura Adreani - Assistant Paola Neri
 


13- 26 giugno 2015
FISICA E METAFISICA DEL CORPO
Galleria Mentana- Firenze

   Nell'elegante contesto della Galleria Mentana, sui
Lungarni di Firenze, Artexpertie presenterà una mostra collettiva in cui il corpo
e la fisicità umana vengono analizzati da diversi punti di vista.
    In galleria verrà presentata una varietas di
opere che spazia dal gusto per i nudi realistici fino ad opere surrealiste in
cui la fisicità umana ed animale è interpretata in modo personalissimo.
   Dalla fisicità scaltra e sicura, alle deformazioni che
riflettono il tormento esistenziale dell'uomo contemporaneo di baconiana
memoria, una mostra in cui il corpo è il protagonista indiscusso.

Artisti partecipanti:

MARCO BARNABINO
ANNA MARIA BERLINGERIO
AYELT BOKER
ALICE L. GASCO
ORNELLA BALBO
RIANA VAN STADEN
ANDREA NANI'
STEFANO ANTOZZI
ELENA BUSSOTTI
CARLA MOSCATELLI
ALESSANDRA D'ANDREA
MICHELLE GAVRIELOV
FABIO FALCIONI
GIONATAN CASU
RICCARDO ANTONELLI
STEFANIA GALLINA
FRANCESCA SIMONETTI
TINA GRANA

-- INGRESSO LIBERO --
Orario: 11.00/13.00 - 16.30/19.30Domenica e lunedi mattina chiusoSabato mattina su
appuntamento










martedì 19 maggio 2015

CULTURA, PAESAGGIO E PROMOZIONE TERRITORIALE

CULTURA, PAESAGGIO E PROMOZIONE TERRITORIALE


CULTURA, PAESAGGIO E PROMOZIONE
TERRITORIALE
Bellissima serata con l'On. Serena Pellegrino
Bellissimaserata con l'On. Serena Pellegrino che, nella conferenza "Cultura e paesaggio" collaterale alla mostra di Luigi De Giovanni, con Sergio
Fracasso (Ass.re alla Cultura città di Tricase), Isabella De Nicola (vice
Sindaco di Specchia), Maria Rosaria Scarcia (Presidente del Consiglio Comunale
di Specchia), Ivan A. Botrugno (Casa delle Agricolture Tuglia e Gino) e
Antonietta Fulvio (giornalista), partendo dai paesaggi salentini di Luigi De
Giovanni, parlandoci d'ambiente e bellezza dell'Italia, cultura e territorio,
prospettive concernenti l’ambiente e al suo utilizzo cosciente futuro, ha
tenuto vivo l'interesse e la partecipazione all'evento.

Prendere coscienza di
quanto sia importante tutelare e conservare incontaminata la natura è un primo
passo per rispettare noi stessi e coloro che ci seguiranno! 
All'Expo 2015 -
Nutrire il Pianeta e Energia per la Vita, si parla di alimentazione e
particolarità che caratterizzano i territori della terra. In questo evento si è
voluto dare un assaggio delle particolarità di tre regioni italiane con la
pastiera campana, is pardulas sarde e i vini salentini con lo spirito di
"uniamoci per la cultura, il paesaggio e lo sviluppo ecosostenibile dei
nostri paesi."

L’Ass. e20cult ha organizzato una mostra del Maestro Luigi
De Giovanni e un incontro per parlare di cultura, paesaggio e promozione
territoriale.
L’inaugurazione c’è stata domenica 17 maggio 2015 ore 19,00. 
La
mostra si potrà visitare sino al 07 giugno 2015.
“Sutta le Capanne du Ripa” in
P.zza del Popolo 21, Specchia.
Nel suo studio l’artista ha esposto opere
riguardanti il paesaggio, nello specifico il territorio salentino e il “Parco
Santa Maria di Leuca, Otranto e Bosco di Tricase”. 
Nell’ambito della mostra ci
sarà, inoltre, un’installazione di memoria culturale, idee o tracce che hanno
segnato l’evoluzione dell’uomo dalla preistoria ad oggi: dalla leva all’ipad.


Evento collaterale alla mostra "Cultura e paesaggio" è stato:
“Cultura, paesaggio e promozione territoriale” che si è tenuto presso il Centro
CAPSDA, in Piazza Nassiria Specchia alle ore 19,30 del giorno 17 maggio. Detto
evento, caratterizzato da un discorso inaugurale di presentazione della mostra
e dal dibattito conseguente, ha riguardato il paesaggio, le tradizioni e la
cultura in generale con attenzione alle regioni Puglia, Sardegna e Campania. 
Il
rinfresco è stato caratterizzato da idee di differenze culturali delle tre
regioni. 












mercoledì 5 novembre 2014

FINISSAGE di LUIGI DE GIOVANNI

Home - De Giovanni Luigi pittore contemporaneo - Creazioni d'arte - Cagliari
FINISSAGE









Studio “Sutta Le Capanne Du Ripa”, Specchia (LE)
Piazza del Popolo, 21 A Specchia (LE)

“UOMO DEL MIO TEMPO” omaggio a Salvatore Quasimodo di Luigi
De Giovanni
Finissage con
disinstallazione: sabato 8 novembre ore 18,00
Inaugurata l’11ottobre alle
ore 19,00 nello studio “Sutta le Capanne du Ripa” la mostra, con
installazione e performance di Luigi De Giovanni, accompagnata dal reading
di Santino Giangreco 
che ha recitato la poesiaUOMO DEL MIO
TEMPO” di Salvatore Quasimodo, chiude, con la disinstallazione,
sabato 8 novembre alle ore 18,00.
L’evento è stato curato dall’ Associazione culturale “e20cult” in
collaborazione con
“Il Raggio Verde edizioni”
Lecce e del comune di Specchia che ha concesso il patrocinio e l’uso gratuito
del Castello per la presentazione.
L’evento ha partecipato alla “Giornata del
Contemporaneo indetta da AMACI, giunta alla decima edizione”, è stato
presentato dal
Prof.
Antonio Penna, mentre il Dott. Maurizio Antonazzo ha presentato la serata.
L’allestimento è dell’Arch.
Stefania Branca 
Presentazione:
Luigi De Giovanni, continuando il suo percorso d’analisi dell’uomo, si
ritrova in sintonia con la poesia “Uomo del mio tempo” di Salvatore Quasimodo.
L’artista vede l’uomo sopraffatto dall’ambizione e ormai abituato alle
barbarie più crude fatte nella corsa alle scalate sociali: l’uomo, diventato
cieco e indifferente nei confronti dei più deboli, pronto a discriminare
socialmente i diversi e i non omologati a dei modelli precisi; assetato di
potere dall’egoismo, dall’arroganza, dall’ideologia che l’ha portato a smarrire
ogni rispetto dei fratelli, che ha dimenticato i principi morali e religiosi
che potevano impedirgli la violenza. All’artista, nella sua analisi, sovvengono
le impressioni spietate di guerra e di uccisioni per la supremazia con
l’annientamento di persone e popoli, spesso in fuga dalla loro terra o vinti da
fame e terrore. Immagini di morte che gli hanno fatto ritornare alla memoria le
dure parole e il monito della poesia “Uomo del mio Tempo” di Salvatore
Quasimodo.
L’evento sarà caratterizzato da un’installazione con performance
continua nello Studio “Sutta Le Capanne Du Ripa” a Specchia in Piazza del
Popolo, 21A e nel portico antiastante. I due ambienti verranno ricoperti di
materiali inizialmente bianchi, sopra vi saranno dei cumuli di carte
accartocciate con schizzi del colore
del sangue. Le opere saranno dei sudari di morte che penderanno dal
soffitto gocciolando, “sangue” di dolore senza più grido, su una tela, che
raccoglierà il dripping delle gocce, che diventerà “reliquia” nell’opera
“Uomo”. Occhi attoniti e miti guarderanno partecipando, nell’abitudine
all’orrore, visto quotidianamente attraverso i media, in una performance
collettiva.  Federica Murgia
Poesia
di Salvatore Quasimodo
Uomo
del mio tempo

Sei ancora
quello della pietra e della fionda,
uomo del
mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali
maligne, le meridiane di morte,
t'ho
visto- dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote
di tortura. T'ho visto: eri tu,
con la tua
scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza
amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come
sempre, come uccisero i padri, come uccisero,
gli
animali che ti videro per la prima volta.
E questo
sangue odora come nel giorno
quando il
fratello disse all'altro fratello:
"Andiamo
ai campi". E quell'eco fredda, tenace,
è giunta
fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate,
o figli, le nuvole di sangue
salite
dalla terra, dimenticate i padri:
le loro
tombe affondano nella cenere,
gli
uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.



La lettura della poesia “Uomo del mio tempo” di Salvatore Quasimodo ha
scandito il susseguirsi dell’atto performativo.
Per informazioni:
Cell:
329 2370646 








































mercoledì 29 ottobre 2014

“Uomo del mio tempo” omaggio a Salvatore Quasimodo di Luigi De Giovanni Presentazione di Antonio Penna MOSTRA DI PITTURA DI LUIGI DE GIOVANNI

studio sutta le capanne du ripa specchia lecce




 “Uomo del mio tempo” omaggio a Salvatore Quasimodo
di Luigi De Giovanni 
Presentazione di Antonio Penna
 MOSTRA DI PITTURA DI LUIGI DE GIOVANNI              (11 ott. 2014)

          Scartabellando tra le mie carte ho trovato qualcosa che alcuni anni addietro scrivevo per una mostra, forse la prima, di Luigi De Giovanni. L'ho letto per capire se qualcosa, poco o molto, è cambiato nella  sua arte e nella sua proiezione verso il presente ed il futuro. Leggiamone alcuni brani: "Una  cascata  di colori adagiati sulla  tela,  ora  trasparenti  e  sfumati, ora cupi e densi: i  quadri  di  Luigi De Giovanni, un pittore che conosco da sempre, uno stato  d'animo  in bilico tra l'incanto  di  una  natura  suggestiva  e  trasognata  ed il  peso  di  un  presente tormentato ed angoscioso.
          Conosco da sempre le sue esperienze di artista, la sua perizia tecnica affinata nel tempo, le sue tensioni  giovanili, la sua vocazione totale ed incondizionata per l'arte,  il  suo  contatto  diretto  ed  immediato con  l'oggetto,  anzi il soggetto del suo quadro. Sarà  una  natura morta o un ritratto o una composizione floreale: sempre la stessa partecipazione affettiva per un  sogno  che  si condensa in colori e figure, in  una  dimensione  suggestiva e cordiale.
Il  tutto è inquadrato  in  un   contesto     luministico avviato verso il tramonto: una luce ovattata si diffonde uniforme sulla tela e chiude in un velo di  malinconia  quelle composizioni addensate, che  lasciano senza   respiro,  come  se   l'artista   avesse   paura dell'ignoto  e  del vuoto, come se  cercasse  di  fugare presenze misteriose ed inquietanti.
          Il  Salento, la campagna romana, la Sardegna:  tre esperienze di vita, tre tappe di un itinerario umano ed  artistico   che  certamente  hanno  lasciato  un   segno  profondo   nella  sua  produzione,  anche se  non  si   intravedono i contrasti luministici e la solarità  calda  e pregnante della sua terra d'origine o della sua patria d'adozione. Senza fare riferimento agli  impressionisti   francesi ed  italiani di  fine Ottocento,  possiamo riconoscere  nei suoi quadri il paesaggio laziale con i suoi colori morbidi e sfumati, come addolciti e  sfumati  dal  tempo sono i ricordi della fanciullezza passata  in  quei luoghi.
          Ma  forse  nei suoi quadri cercheremo  invano  una   natura  concreta e ben definita, perché egli ritrae  uno stato d'animo, il sogno sfuggente  di   una   terra  accarezzata e lontana, sentimenti semplici e veri in  un   mondo  che egli vorrebbe migliore, ma che  vede  immerso  nel caos.
          Anche questo groviglio di male raffigura Luigi  De Giovanni:  toni  cupi di colori  lasciati  cadere  sulla  tela,  simboli stilizzati di una prigione  difficile  da scalare,  incubi ricorrenti nella notte  dell'inconscio, richiesta  angosciosa d'aiuto, frecce che guidano  verso il nulla, scale aggrappate alla speranza che un  giorno,  forse,  potrà  guardare  al di là del  muro  e  cogliere  finalmente  quei  fiori così amorevolmente  ed  a  lungo  accarezzati".

        Oggi una nuova mostra si presenta a noi con un titolo particolare, un titolo che ci rende curiosi: "Uomo del mio tempo", una poesia che ci richiama la figura di Salvatore Quasimodo, uno dei più grandi scrittori del Novecento, insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1959. Nato a Modica (Ragusa) nel 1901, si trasferì a Messina nel 1908 dove frequentò un Istituto Tecnico, subì l'esperienza del terremoto e conobbe Elio Vittorini. Successivamente si trasferì a Roma, si avviò verso gli studi di latino e greco ed  iniziò a comporre dei versi. Nel 1929 si trasferì a Firenze e poi a Milano, dove pubblicò La raccolta "Acque e terre" accostandosi al decadentismo con influssi letterari di Pascoli, D'Annunzio, Mallarmè, Rimbaud, Baudelaire, Valery. Nel 1947 pubblica la raccolta "Giorno dopo Giorno" da cui è ricavata la lirica:" Uomo del mio tempo" che stiamo per leggere. Muore ad Amalfi nel 1968.

         Anche la vita di Luigi De Giovanni è stata un passaggio tra Specchia, Roma e la Sardegna, ma negli studi ha seguito sempre quelli dell'arte fino all'Accademia dell'Arte di Roma.

        Leggiamo la poesia che dà il titolo alla mostra.  (Riflessioni)

       La guerra, il sangue, la distruzione, la morte: la storia si ripete da Caino fino ai nostri giorni e continuerà nel tempo senza speranza di riscatto. E' ciò che si vede in queste tele di Luigi De Giovanni pervase da un profondo pessimismo per l'oggi ed anche per il domani. Il colore rosso domina incontrastato in tutti i suoi quadri, alcuni dei quali si lasciano squarciare da colori diversi, come se tra tanto dolore l'artista volesse aprire un varco alla speranza, malgrado i segni di morte affliggano i nostri giorni. Basta guardarci intorno,  aprire un giornale, ascoltare la televisione, per capire che il mondo si proietta verso un futuro sempre più cupo: mistero e minaccia sono i nostri fratelli di oggi. Caino ritorna in tante persone che, anche in nome di una religione, stuprano, uccidono, decapitano in segno di sfida. Messico, Guatemala, Colombia, Palestina,  Siria,  Iran, Iraq, Libia, Somalia, Centro Africa sono alcuni teatri di guerra. Papa Francesco nell'anniversario dell'inizio della Grande Guerra sul sagrato di Re di Puglia il 13 settembre di quest'anno ha parlato di:" Guerra mondiale a pezzi ". Il mare Mediterraneo quasi ogni giorno inghiotte migliaia di persone costrette a fuggire dai loro paesi per la fame o le guerre intestine. 
Nei quadri di Luigi De Giovanni vediamo stesi panni di rosso-sangue che coprono le tombe di tante donne e bambini colpevoli solo di essere nati in quei luoghi. Fame, malattie ed abbandono sono i loro compagni di una breve non-vita. E questo noi vediamo nei quadri di questa mostra dove, malgrado tutto, ci sembra di scorgere dei segni di  speranza nei pochi passaggi di azzurro dove il cielo cerca di aprirsi un varco  e dove lo stesso rosso-sangue si ravviva in una dimensione di amore e di vita perché, ricordiamolo, il sangue è anche e soprattutto la linfa che fa battere il cuore di ogni creatura dall'inizio del suo concepimento.
         Concludiamo augurandoci che questa mostra, trascorsa la notte del dolore, si apra alla speranza ed alla gioia di un mondo migliore.










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